Viterbo
Santa Rosa


Stemma

 


 


Santa patrona di Viterbo è la vergine Rosa, nata fra il 1233 e il 1234 in Viterbo e morta appena diciottenne il 16 marzo del 1252. La gran quantità di miracoli attribuiti alla Santa ed il rapido consolidarsi del suo culto, fece sì che papa Innocenzo IV ordinasse con una bolla di raccoglierne le prove, ebbe così inizio la misteriosa vicenda canonica della santificazione di Rosa, una specie di patata bollente che passò di mano in mano fino a papa Callisto III, costui nel 1456 incaricò una commissione di cardinali di promuovere il regolare processo di santificazione.Esso si svolse nel palazzo vescovile di Viterbo tra il marzo ed il luglio del 1457, ma non arrivò alla canonizzazione ufficiale di Rosa, che venne tuttavia introdotta, munita di una messa a suo nome, nel Martirologio Romano nel 1583, ad opera del Baronio Bellotta. A partire dal 1600 la sua festa si celebra con una processione durante la quale oltre novanta, robusti, facchini trasportano per le vie della città La Macchina di Santa Rosa, un campanile di ferro, legno e cartapesta che raggiunge una trentina di metri di altezza e pesa oltre cinquanta quintali.

La Macchina di Santa Rosa

Secoli di storia. E di tradizione. Il passaggio della Macchina di Santa Rosa che, anno dopo anno si rinnova, trasporta il passato nel presente e viceversa. La città si impregna di viterbesità e il sacro si miscela al profano, la venerazione per la Santa patrona con la tradizione della Macchina e dei Facchini, in un'atmosfera irripetibile.
Ogni anno il 3 settembre, Viterbo si sveglia diversa da tutti gli altri giorni dell'anno: prevalgono il sapore di questa terra, la consapevolezza d'essere non spettatori ma protagonisti di un evento che si rinnova.
Il primo trasporto del corpo della Santa si presume sia avvenuto nel XIII° secolo, trasporto al quale partecipò il papa Alessandro IV, che seguiva il baldacchino con il feretro portato a spalla da quattro cardinali. Questa manifestazione segnò per la prima volta il passagio della Santa per le vie della sua Viterbo, e ciò si ripete ogni anno, con qualche rara eccezione. Il corpo della Santa è tutt'ora miracolosamente incorrotto ed è custodito in un'urna, all'interno della Chiesa a lei dedicata. Negli anni che seguirono il primo trasporto, non fu più portato in processione il corpo della Santa, ma una sua immagine disposta su un baldacchino ornato di fiori e di luci che andò via via aumentando d'imponenza fino a raggiungere le attuali dimensioni della macchina.
Il passaggio attraverso le strade della città, venne assumendo nel tempo una connotazione eminentemente religiosa, preceduto com'era da una processione a cui partecipava il popolo e tutto il Clero viterbese. Questo fino al 1801 quando le autorità pontificie soppressero la manifestazione a causa di un incidente nel quale persero la vita diverse persone. Era avvenuto che la fuga e l'inseguimento rumoroso di un ladruncolo, scoperto nelle sue malefatte, facesse imbizzarrire i cavalli dei gendarmi di scorta alla processione coinvolgendo i fedeli più vicini nel parapiglia venutosi a creare. Per preciso volere del popolo viterbese la tradizione fu però ben presto ripresa, anche se anticipata di un giorno rispetto al giorno dedicato alla Santa, assumendo forse un tono meno religioso e più folcloristico, ma mantenendo tuttavia tutto intero il significato originale della testimonianza di fede.

I Facchini di Santa Rosa

Per un giorno all'anno, Viterbo subisce una vera e propria metamorfosi trasformandosi, da quella cittadina calma e sonnolenta qual'è, in uno sconvolgente polo attrattivo per il rinnovarsi del Patto d'Amore tra la città e la sua Patrona che culmina con il passaggio attraverso le vie del centro della Macchina di S. Rosa. L'imponente struttura, che attraversa le strette vie cittadine, rese buie ed illuminate solo dalla luce che emana la macchina, è portata a spalla da circa cento uomini che si qualificano Facchini. Per un viterbese, l'essere Facchino è motivo di orgoglio e testimonianza di diretta partecipazione alle tradizioni ed alle radici storiche della sua terra. È difficilmente separabile la componente religiosa, in senso stretto, dalla specifica devozione alla Santa patrona della città alla quale il Facchino rende omaggio con sofferente testimonianza di fatica e di fede. Molto spesso si è Facchini per tradizione familiare, tramandata attraverso legami di parentela, spesso da padre in figlio, tutti uniti da un invisibile filo di amore, di forza, di risolutezza, di disciplina, che supera le condizioni sociali e culturali di ciascuno. E sono queste le condizioni per partecipare al trasporto e quindi al Sodalizio. La ritualità dell'ammissione si ripete secondo regole ben precise. Nel mese di giugno-luglio di ogni anno, i numerosi aspiranti, vecchi e nuovi, vengono sottoposti alla prova di portata che consiste nel percorrere per tre volte un tratto di circa 80 metri portando sulle spalle un peso complessivo di 150 Kg. A seconda dell'esito della prova, eseguita sotto il controllo di una commissione di Facchini, l'aspirante viene inserito o meno nella formazione del trasporto del settembre successivo.Portare a spasso un peso di 150 Kg. non è cosa di tutti i giorni, ma il rilevante sforzo a cui si sottopone l'aspirante Facchino nel corso della prova, è imposto da condizioni di carico che potrebbero verificarsi durante il trasportodella macchina. Il rigore e la cura nella scelta dei Facchini sono quanto mai necessari se si tiene conto che un leggero squilibrio, una variazione di pendenza della strada di cui non si sia tenuto conto, un attimo di incertezza nell'incedere, possono provocare repentini spostamenti del peso da un punto all'altro della base della macchina provocando led cosiddette accollate che, anche se per pochi passi, raggiungono tranquillamente i valori della prova. Non tutti quelli che hanno superato la prova partecipano però la trasporto della macchina. La formazione viene decisa dal Direttivo del Sodalizio dopo un attento della prestazione nel corso della prova ed anche in relazione dell'altezza del soggetto. L'altezza dei Facchini è un fattore molto importante per l'equilibrio della macchina perchè, a seconda del tratto di percorso, deve compensare i dislivelli e assicurarne, con la verticalità, la costante distribuzione dei pesi. Come già accennato, la macchina è una struttura composta di vari materiali che assume di volta in volta forme ed ornamenti differenti. Ogni cinque anni l'Amministrazione comunale bandisce un concorso aperto a tutti per la scelta della nuova macchina. Il bozzetto prescelto viene premiato con un compenso tale da consentire al vincitore, che da quel momento diventa appaltatore, la realizzazione della struttura proposta.